La Pocket Zar Camera e la Kodak Brownie

La Pocket Zar Camera, progettata nel 1896 dalla Zar Camera Company di Chicago, fu un tentativo ante litteram di produrre una macchina fotografica destinata all’utilizzo di massa. Questo apparecchio precedette di 4 anni l’arrivo della Kodak Brownie e il confronto fra i due modelli aiuta a comprendere il successo commerciale riscosso proprio dalla Brownie.

Una Pocket Zar Camera prodotta nel 1897, con scatola originale (da www.photographyhistory.com)

La Zar Camera Company fu fondata nella primavera del 1896 al 23 di Quincy St., Chicago, come sussidiaria di un’altra manifattura dell’Illinois, la Western Camera Manufacturing Co., cui forniva alcune macchine fotografiche a lastra (la Cyclone, la Vive e la Yale). Dotata di una certa autonomia progettuale, nello stesso anno di fondazione mise sul mercato una macchina a proprio marchio, la Pocket Zar Camera.

La Pocket Zar Camera

Si trattava di una macchina a cassetta in miniatura, dalle dimensioni di 9,5×5,7×5,7 cm (33/4x33/4x21/4 pollici), e con un peso di soli 85 grammi (3 once). Era interamente costruita in cartone e composta da tre parti. La sezione frontale proteggeva la lente e l’otturatore ed era unita con due puntine al corpo centrale, che ospitava una semplice lente a menisco e l’otturatore a molla. La sezione posteriore, che scivolava sopra quella centrale senza agganci, poteva contenere una piccola lastra di vetro della dimensione di 5x5cm (2×2 pollici), appositamente costruita per questo modello. La macchina era ricoperta in finta pelle ed era priva di mirino, messa a fuoco o altre regolazioni.

A sinistra: Pocket Zar Camera, sezione posteriore con alloggiamento per la lastra impressionabile; a destra: una confezione di lastre di vetro (rielaborazione da www.photographyhistory.com)

La Pocket Zar Camera era un modello economico pensato per un pubblico di giovani e di principianti desiderosi di avvicinarsi all’attività fotografica tradizionale, basata sull’utilizzo delle lastre di vetro:”Nel proporre il nostro catalogo al potenziale acquirente – dichiarava l’azienda di Chicago nel 1897 – non abbiamo dimenticato i giovani che vogliono provare un assaggio di fotografia al minore costo possibile“.

Il funzionamento a lastra imponeva di caricare la macchina in camera oscura e permetteva una sola esposizione alla volta. Poiché l’otturatore era a molla, per scattare una fotografia occorreva coprire con un dito l’apertura di fronte alla lente, muovere la leva di scatto per armare la molla, mirare, togliere il dito dalla lente e rilaciare la leva di scatto. Occorreva poi tornare in camera oscura per sostuituire la lastra di vetro con una nuova.

Il prezzo di vendita era di un dollaro (equivalente a circa 25 dollari al valore attuale), la spedizione era gratuita e una confezione con 12 lastre di vetro costava 20c (circa 5 dollari attuali).

Il prezzo estremamente contenuto e una modalità di utilizzo relativamente semplificata permisero alla Pocket Zar Camera di ottenere un discreto successo commerciale.

La Pocket Zar Camera e la Kodak Brownie

Alcuni anni dopo, nel 1900, l’azienda americana Eastman Kodak Company di Rochester (New York) lanciava sul mercato la Kodak Brownie, capostipite di una serie di fotocamere che avrebbero cambiato per sempre la storia della fotografia, sia in ottica commerciale (con milioni di pezzi venduti) sia culturale (stimolando la diffusione della fotografia amatoriale).

La Kodak Brownie, prima versione del 1900 (collezione privata)

Esteticamente i due apparecchi si somigliano molto, soprattutto la prima versione della Brownie che presentava un dorso estraibile simile a quello della Pocket Zar Camera (in breve tempo sostituito da un più efficiente sportello fisso con chiusura a scivolo). Anche la Brownie è una macchina a cassetta con struttura e funzionamento semplificati: l’uso del cartone come materiale costruttivo e il design essenziale tradiscono una innegabile influenza.

Costruita in cartone con rinforzi in legno, la Brownie montava un obiettivo a menisco come la sua antenata ma aveva dimensioni leggermente maggiori: circa 14x8x7,5cm (5×31/8x3 pollici). Si ottenevano immagini quadrate di 5,7cm di lato (21/4 pollici). Infine, il prezzo di vendita era lo stesso della Pocket Zar Camera: un dollaro.

A questa cifra tuttavia si acquistava un apparecchio assolutamente all’avanguardia, che rappresentava la sintesi di un processo di ricerca ventennale perseguito tenacemente dalla Eastman Kodak Company e votato alla semplificazione dell’attività fotografica.

Se il design della Brownie prendeva spunto da quello della Pocket Zar (e delle altre box camera dell’epoca, come la Vive Souvenir Camera del 1895), la Kodak era però frutto di un progetto organico, finalizzato a soddisfare le esigenze del fotografo amatoriale e indirizzato a un’utenza di massa. La Pocket Zar, al contrario, rappresentava una sorta di “entry level” per il mercato delle macchine a lastra, apparecchi costosi dal funzionamento complesso, risarvati a un pubblico competente e istruito.

Western Camera Mfg. Co., Chicago, Catalogo del 1897, pag. 8 (Smithsonian Libraries)

La semplicità di utilizzo della Brownie era assoluta. Innanzitutto integrava un caricatore a pellicola, l’innovativo supporto fotografico perfezionato dalla Eastman Kodak Company (il primo brevetto risale al 1884). La pellicola aveva formato 117 ed era del tipo daylight: la macchina poteva essere caricata alla luce del giorno con una riserva di 6 scatti.

La pellicola poteva essere acquistata presso gli innumerevoli rivenditori Kodak al prezzo di 15c (circa 3,75 dollari di oggi) e riconsegnata agli stessi negozi per lo sviluppo.

La Kodak Brownie montava un otturatore del tipo rotante che fungeva anche da copriobiettivo: per scattare una fotografia bastava inquadrare e poi spostare la levetta collocata sulla sommità della macchina. L’apparecchio, privo di mirino, veniva appoggiato sul grembo: una “V” disegnata sul rivestimento dava un’idea dell’inquadratura. Infine, attraverso una finestrella rossa posta sul retro era possibile controllare l’avanzamento delle pose.

Con la Brownie veniva separata la fase di ripresa da quella di sviluppo e stampa: l’utente medio poteva concentrarsi esclusivamente sullo scatto ignorando qualsiasi aspetto tecnico.

In circa un anno e mezzo ne furono vendute oltre 245.000: nulla avrebbe potuto la Zar Camera Company per contrastare una tale potenza.

L’epilogo

Dopo l’introduzione della Pocket Zar Camera, l’azienda di Chicago iniziò a produrre box camera economiche anche per conto terzi, sebbene con una qualità costruttiva inferiore in modo da garantirsi un margine di profitto.

Anche sotto questo aspetto è evidente la differenza con l’azienda di Rochester, che otteneva i suoi guadagni maggiori dalla vendita di pellicole, trainata dalla diffusione di macchine fotografiche economiche ma al contempo robuste ed efficienti.

Tra i modelli della Zar Camera Company prodotti su commissione, la Souvenir Camera fu assemblata dal 1897 per la Vive Camera Company, che la utilizzò soprattutto come omaggio commerciale. La Metropolitan Supply Company di Chicago mise in vendita due box camera con nomi ambiziosi come King Camera e Wonderful Camera. La rarità di questi apparecchi li rende oggi molto apprezzati tra i collezionisti.

Nel 1897 la Western Camera Manufacturing Company assorbì la Zar Camera Company, dopo un solo anno di vita, integrandola nella sua catena produttiva. La Pocket Zar Camera rimase in produzione con il marchio Western fino al 1899, quando la stessa Western, in cattive acque finanziarie, si fuse con altre aziende locali per costituire la Rochester Optical and Camera Company. La produzione della Pocket Zar Camera fu abbandonata in favore di modelli a lastra più complessi (come la Cyclone e la Premo). L’epilogo avvenne nel 1903, quando la Eastman Kodak Company rilevò la Rochester Optical and Camera Company per sfruttarne la capacità produttiva. La linea Cyclone fu tra i modelli immediatamente soppressi, mentre la linea Premo entrò nel catalogo Kodak.

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